Imprenditori che diventano manager

Quanti imprenditori, in particolare di aziende piccole o medie, coltivano – o lo hanno fatto – il sognovendo tutto e mi ritiro a fare la bella vita?

Difficile dire se tanti o pochi, in particolare con l’epilogo della bella vita: per quanto ne so, non così pochi ma, per carità, le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano e quindi lungi da me la pretesa di esporre una qualsivoglia teoria generale, di codificare una tendenza (qualora lo fosse), o semplicemente fare la cronaca di un fenomeno: sarebbe inevitabilmente incompleta, parziale e non varrebbe la pena dedicare tempo a leggere queste righe.

Le considerazioni che seguono sono, invece, il frutto di esperienze personali e di quelle di un certo numero, significativo direi, di amici o “colleghi” che hanno vissuto l’esperienza di cedere tutta o parte della propria azienda: chi lo ha fatto, pensa di farlo o lo sta facendo proprio adesso credo ci si possa ritrovare e cogliere parecchie conferme e magari qualche spunto originale.

Innanzitutto, perché cedere la propria azienda? 

Cederla, non chiuderla, altrimenti il discorso si esaurisce immediatamente.

E poi, cederla e uscirne o rimanerci a lavorare dentro, restando o meno socio (facilmente di minoranza)?

Nel primo caso– cederla tutta – è finito un ciclo, non si trova qualcuno che voglia continuare l’attività o è capitata la classica occasione a cui non si può dire di no.

A me viene in mente il negozio con una lunga storia, l’impresa artigiana, la piccola azienda specchio del fondatore, l’azienda con un nome che facilmente si è appiattita … si potrebbe continuare con tanti altri esempi.

Evidentemente non ci sono eredi che continuano e l’imprenditore passa di mano garantendo ragionevolmente che i suoi dipendenti abbiano un futuro, che la sua creaturacontinui a vivere, possibilmente prosperare se va tutto bene, e realizza più o meno quel concetto di bella vita di cui sopra: conclude la sua carriera con soddisfazione, gli auguriamo, o magari con un po’ di comprensibile rammarico ma non dovrà  – non avendone bisogno – mai diventare manager.

Nel secondo, caro imprenditore, non sei più da solo, adesso hai dei capi, dei colleghi … 

devi diventare un manager.

Eh si, proprio così.

La tua azienda potrebbe essere sufficientemente grande e strutturata, con già dei manager nella struttura, quindi sai di cosa parlo. 

Oppure è di dimensioni più contenute, i manager li hai conosciuti solo in vesti di clienti di qualche grande azienda per cui hai lavorato, poco cambia.

Bene, adesso, tocca anche a te fare il manager: tornare a farlo se, come tanti, dopo avere lavorato da dipendente, avevi fatto il grande saltoe ti eri messo in proprio oppure – se sei invece imprenditore di seconda o terza generazione, se sei nato imprenditore e non hai fatto il dipendente – devi proprio imparare da zero.

In ogni caso, questo passaggio, da imprenditore a manager, è un esperienza talmente nuova, un cambio di paradigma così radicale che solo chi l’ha provato sulla propria pelle sa di cosa si tratta.

Un evento che ti cambia la vita così come te l’ha cambiata diventare imprenditore o comunque prendere in mano tu le redini dell’azienda.

Della tuaazienda, con il neretto non a caso perché sta ad evidenziare il primo – secondo me fondamentale – aspetto di cui, imprenditore che hai ceduto l’azienda, devi prendere coscienza.

L’azienda non è più tua. Punto. E’ di altri, comandano altri, finita quella partita.

Hai discusso, negoziato, tira e molla, non se ne fa più niente, per nulla al mondo accetterò la miseria che mi offrono, però è un’occasione da non perdere … dai che, banalizzando magari un po’, alla fine funziona sempre così.

E’ chiaro il concetto?

Per tanti, anzi, vorrei sbilanciarmi a dire tutti, è uno shock.

E parecchi, credimi, 

Hai discusso, negoziato, tira e molla, non se ne fa più niente, per nulla al mondo accetterò la miseria che mi offrono, però è un’occasione da non perdere … dai che, banalizzando magari un po’, alla fine funziona sempre così.